Le 6 abitudini dei top performer

22 Novembre 2022|Performance e trasformazione digitale

Le 6 abitudini dei top performer

Ho letto recentemente il libro High Performance Habits di Brendon Butchard e l’ho trovato particolarmente significativo perché analizza le 6 abitudini dei top performer.

Perché alcune persone riescono a raggiungere più velocemente i propri traguardi e a mantenere il successo negli anni? E perché altre persone, nonostante il successo, sono infelici?

Burchard ha investito 20 anni del suo tempo per rispondere a queste domande e le sue scoperte si basano su ricerche approfondite. Nel suo libro espone in modo pratico e reale come adottare le sei abitudini da utilizzare nella tua vita professionale e personale.

Voglio portarti la mia visione da professionista coinvolto in prima persona in un’attività commerciale che richiede ogni singolo giorno la massima performance. 

Successo e felicità 

Associamo spesso la performance al successo e il successo alla felicità. Rincorriamo in molti la combinazione di successo e felicità. Ma la vera domanda è: come possiamo avere più successo e sentirci felici? E soprattutto: è il successo che porta alla felicità o la felicità è parte integrante del successo?

Partiamo da due assunti fondamentali che ho avuto modo di fare miei nel corso della mia esperienza professionale e di vita:

  • il successo e la felicità sono concetti soggettivi e trasversali (e possono appartenere sia alla vita personale che professionale)
  • chi ha successo tende a ripetere le stesse azioni fino all’eccellenza, per replicare il medesimo livello di performance (o addirittura superiore). La felicità è una componente importante per non scendere al di sotto del livello di eccellenza raggiunto

È idea comune associare la felicità a un’ottima performance professionale e a guadagni elevati. Invece la mia ipotesi è che la felicità non è un fine ma un mezzo che conduce al successo. Mi piace riprendere il concetto di “felicità” così come viene rappresentato in psicologia. Si sente parlare spesso di felicità e “benessere personale” o felicità ed “emozioni positive”. Chi raggiunge un maggiore benessere tende ad essere più soddisfatto della propria vita e a generare uno stato d’animo positivo.  

Numerose ricerche in ambito scientifico e medico dimostrano che sono proprio le sensazioni positive come l’entusiasmo, la gioia e la serenità a promuovere il successo nella professione. Questo non significa che le persone infelici non possano avere successo, ma le persone felici, coloro che provano più spesso emozioni positive, tendono ad essere più produttive, ad andare oltre i propri standard e a guadagnare di più dei colleghi tristi.

Inoltre, le persone che provano emozioni positive si pongono obiettivi più ambiziosi, hanno maggiore costanza in ciò che fanno e sviluppano un rapporto migliore con se stessi e con gli altri. Queste dinamiche rafforzano la fiducia in se stessi e fanno accadere le cose più velocemente. 

La performance è mente e azione

Nella mia ricerca sono partito dall’etimologia della parola performance per farmi un’idea più precisa in merito ai suoi campi di applicazione e a come può influenzare le nostre abitudini e azioni.

Treccani la definisce così: ‹pëfòomëns› s. ingl. [der. di (to) perform «compiere, eseguire», dal fr. ant. performer «compiere», che è dal lat. tardo performare «dare forma»] (pl. performances ‹pëfòomënsi∫›), usato in ital. al femm. 

Mi piace molto il concetto del “dare forma” alle cose. È proprio questo il significato che preferisco di performance. Dare forma con la mente e con l’azione a qualcosa a cui tieni davvero. 

La performance è mente e azione. Parte dalla mente e si concretizza nell’azione. Per poter essere giudicata buona o cattiva, eccellente o scarsa, una performance deve essere misurata. Abituare la mente a pensare in termini di performance significa costruire abitudini orientate alla misurazione. Misurare che cosa? La performance è strettamente collegata con gli obiettivi. Sono questi che determinano dove stiamo andando e se stiamo migliorando le azioni che portano ai risultati. 

Ecco che se i risultati sono legati agli obiettivi ed è vero che la misurazione della performance è finalizzata al miglioramento delle nostre azioni, il top performer sviluppa un mindset vincente. Cresce in lui o lei la predisposizione a performare meglio, una consapevolezza che attraverso determinate azioni (spesso scomode) si arriva al risultato immaginato.

Se vogliamo migliorare la performance, dobbiamo agire scomodo. Ma la mente non è preparata per farlo, ha bisogno di nuove abitudini. Misurare gli obiettivi crea disagio e devi costantemente uscire dalla tua comfort zone.

Le abitudini sono spesso e volentieri condizionate dal nostro stato, da come affrontiamo i problemi che si presentano e dalla nostra capacità di prendere decisioni.

Tra poco passeremo in rassegna le 6 abitudini dei top performer per comprendere come possiamo agire proattivamente sulla performance.

Abituarsi ad agire scomodo migliora la performance.

Ogni risultato viene ottenuto dalle azioni che compi e ogni azione è la conseguenza di una decisione che hai preso. Ogni decisione è generata dalle convinzioni che hai acquisito nel tempo e dalle resistenze che hai creato nella mente.

Se vuoi ottenere risultati che non hai mai ottenuto è necessario intervenire quindi sulle convinzioni e sui processi decisionali.

Certo, non tutto dipende da noi ed esistono cause esterne che possono influenzare il nostro percorso di vita, ma se deleghiamo il nostro successo e la nostra felicità all’esterno rischiamo di perderci la parte migliore del viaggio.

Nel corso della mia esperienza nel settore digitale, come imprenditore e, negli ultimi anni, come business developer e coach, ho constatato che la performance dipende, nell’80% dei casi, dal superamento delle normali resistenze al cambiamento oltre che dalle strategie che metti in atto.

Le resistenze che ci bloccano sono collegate alle nostre convinzioni, mentre le strategie o azioni che mettiamo in atto sono strettamente collegate ai processi decisionali.

Nell’articolo Decision Making: come prendere decisioni migliori  approfondisco il ruolo delle convinzioni e delle abitudini nel processo decisionale e come influenzano il nostro stato prima che prendiamo una decisione. 

La performance è mente e azione.

Le 6 abitudini dei top perfomer

Eccoci arrivati finalmente alle sei abitudini dei top performer definite da Brendon Butchard. 

1. Cercare la chiarezza

Chi sviluppa performance eccellenti ricerca la chiarezza. Chi la ricerca tende a trovarla e chi la trova tende a rimanere su una direzione ben precisa di vita.

I top performer cercano costantemente la chiarezza. Questo li rende più bravi a eliminare le distrazioni perché si concentrano solo sulle priorità. 

Un approccio semplice alla ricerca della chiarezza è di concentrarsi su quattro cose: se stessi, capacità, vita sociale e servizio. Come descrivo il mio sé ideale? Come devo comportarmi nei confronti di altre persone? Quali competenze voglio sviluppare? Che servizio voglio offrire al mio pubblico?

Rispondere a queste domande periodicamente ti aiuterà a sviluppare un mindset orientato alla crescita delle tue performance.

Ricordi l’articolo Come rimanere concentrati quando si gestiscono più progetti? 

2. Generare energia

La maggior parte delle persone a metà giornata sono già stanche perché non iniziano la giornata in modo salutare e non sviluppano abitudini che consentono di staccare durante il lavoro tra un’attività e l’altra.

I top performer iniziano la giornata con esercizio fisico, mentale e spirituale per accumulare l’energia necessaria per arrivare fino a sera in ottime condizioni. 

Durante il giorno i top performer suddividono la giornata in blocchi di tempo, si concedono brevi pause ogni ora, meditano, rilasciano la tensione e si concentrano su una sola attività in modo da evitare distrazioni e multitasking.

Si ricaricano e sono più energici, creativi e più efficaci sul lavoro. Dopo il lavoro hanno energia sufficiente da dedicare alla famiglia o agli svaghi personali. 

Ho parlato di abitudini in questo articolo:

Come creare un sistema di abitudini per essere produttivi

3. Coltivare il bisogno di accrescere la prestazione eccezionale

Prima di ogni attività, i top performer ricercano la prestazione migliore ancorando lo scopo per cui lo fanno all’azione necessaria per avere un buon rendimento.

Brendon Butchard scrive nel suo libro: “Stavo lavorando con un velocista olimpico da medaglia d’oro. Un giorno dissi: Quando ti schieri contro tutti questi altri velocisti, e la differenza tra vincere e perdere è centesimi di secondo, come fai a sapere chi vincerà?”

Ha detto: “Metterei i miei soldi sulla persona che dice ‘Lo farò per mia madre’”.

In tutte le interviste fatte centinaia di volta ai top performer Brendon ha rilevato che tutti associano un profondo senso di identità alle loro prestazioni eccellenti. È diventato parte di loro esibirsi per raggiungere l’eccellenza a tal punto da non accettare mai di andare al di sotto dei propri standard migliori.

La maggior parte delle persone ha paura ad associare la propria identità alla prestazione. Perché nel caso in cui questa non fosse eccellente ne risentirebbe l’immagine complessiva della loro persona. Ecco perché i top performer coltivano il bisogno di accrescere la prestazione eccezionale. Hanno il coraggio di mettersi in gioco e mettono la loro identità davanti a tutto.

Per farlo bisogna lavorare sullo stato mentale e innescare l’intenzione ad agire in modo eccellente. Chi ci riesce ha molte più probabilità di vincere una gara.

4. Aumentare la produttività

I top performer definiscono ciò che veramente conta ed eliminano le distrazioni. Steve Jobs, quando è tornato in Apple, ha ridotto la linea di prodotti e ha puntato solo su quelli.

Questo è quello che conta: concentrarci sulla sola e unica cosa da fare.

I top performer prevedono quello che succederà sul mercato, pianificano in anticipo il piano d’azione in modo da essere più avanti rispetto alla concorrenza e acquisiscono nuove competenze per adattarsi alle nuove dinamiche. 

Ad esempio, prima di iniziare a sviluppare il mio blog e il mio podcast non avevo competenze di scrittura e non sapevo stare davanti ad un microfono. Ma siccome per me era importante avviare il mio progetto ho acquisito le abilità necessarie per il mio successo a lungo termine, e ho lavorato costantemente per svilupparle.

Una cosa che può fare la differenza è monitorare la propria crescita. Questo fattore aumenta la consapevolezza nelle proprie capacità e di poter portare alcune di quelle capacità all’eccellenza. Purtroppo molte persone continuano a studiare e a formarsi fino all’ossessione senza fare nessuna azione verso il proprio successo personale e professionale perché non si rendono conto del livello raggiunto. 

5. Sviluppare influenza su chi ti circonda

I top performer sviluppano la propria leadership nel proprio settore e poi insegnano alle persone come pensare, guidandole a crescere.

Sono dei coach. Fanno domande di qualità in modo da aiutare le persone a trovare in autonomia il potenziale dentro di sé e migliorare la propria vita grazie a questa influenza positiva. 

Ma c’è dell’altro. I top performer sfidano le persone a dare il meglio di sè anche quando hanno trovato il loro scopo. Questo è ciò che fa la grande differenza in merito all’influenza.

Chi è stato influente nella tua vita? Pensa a una persona. È stato un genitore, un insegnante, il tuo datore di lavoro, un socio, un formatore… scegli qualcuno che ti ha colpito. Ti hanno solo impartito dei consigli o hanno fatto qualcos’altro? Probabilmente ti hanno anche sfidato a crescere. Ti hanno ispirato. Ti hanno spinto a credere in te e a ricercare quella crescita per fare la differenza nella vita.

6. Dimostrare coraggio nell’esprimere opinioni e prendere decisioni audaci

L’autore ha studiato moltissimo il concetto di coraggio e ha scoperto che di fronte ai rischi e alle difficoltà della vita i top performer tendono a condividere la loro verità e le loro ambizioni agli altri. Hanno il coraggio di raccontarsi per come sono anzichè indossare maschere e raccontarsi per come vorrebbero essere. Quando si relazionano con qualcuno esprimono ciò che pensano con assertività ed empatia, senza filtri.

Prendono decisioni audaci velocemente. Prendere la decisione giusta può essere difficile quanto delicato. La consapevolezza che li contraddistingue, i fallimenti superati e il bagaglio costruito in anni di esperienza permette loro di definire comportamenti e abitudini che accelerano il processo decisionale.

L’azione sblocca le opportunità. Meglio agire e sperimentare un insuccesso che rimanere bloccati e coltivare il rimpianto di non aver agito.

Quante volte sei rimasto bloccato in una decisione? E quante volte quell’immobilismo non ti ha permesso di dare un’impronta migliore alla mia vita personale e professionale?

Lottano caparbiamente per se stessi e per gli altri, quando la causa che li muove è sentita. Sanno che lottare è evoluzione. Sono più coraggiosi perché sanno ciò che li aspetta, avendolo sperimentato più volte, e onorano la lotta come passaggio obbligatorio per raggiungere il risultato desiderato. Anche quando sono stanchi, non mollano perché è parte del processo di crescita e di miglioramento. 

Per rendere più sfidante la lotta identificano i propri antagonisti da combattere. Se hai un nemico hai un motivo più valido di affrontare con coraggio la lotta.

E infine, per resistere ai momenti più difficili hanno una missione da compiere per qualcuno. Generalmente una persona cui tengono, che amano o che ha bisogno di aiuto. Il coraggio viene alimentato dal senso di servizio per l’altro (moglie, marito, famiglia, amico, un gruppo di persone con cui condividi dei valori). 

Se vuoi mantenere la rotta, superare gli ostacoli, raggiungere i tuoi obiettivi e tagliare il traguardo decidi per chi lo stai facendo e poi lavora sodo per arrivarci.

Questo ti aiuterà ad acquisire lo stato mentale più utile per agire con efficacia.

A presto,
Andrea

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